Delle belle estati torinesi ricordo borgo dora, e il balon e la donna della domenica di f&l, la scuola all’arsenale, qualche volto, la camminata lungo il fiume, una casa piccina piccina con un letto sopra alla scrivania. L’assurda fine di gigi meroni. E le pesche ripiene alla piemontese.
Ricordo anche il ristorante in cui le mangiai, in un vicoletto quasi nascosto e senza insegna perché tanto chi doveva conoscerlo lo conosceva, le due amiche entusiaste dei rassicuranti piatti della cucina locale, i miei tentativi, falliti, di mangiare senza toccare carne e affini, affogati in un peperone alla bagna cauda.
Per finire, come dolce, presi le pesche ripiene alla piemontese. Sono buonissime, devi assaggiarle, dissero le amiche, scegliendo altro. Non mi fecero un effetto particolare, a pensarci bene, così le dimenticai.
Fino a ieri quando, tornando col pensiero alle belle estati torinesi, sono riaffiorate alla memoria, trasformando all’improvviso il ricordo della pesca passata al forno, in qualcosa di più necessario, assurta d’un tratto al nobile rango di madeleine, una madeleine con amaretti e cacao, e tutto quel che ne consegue.
Fatto il punto degli ingredienti disponibili in casa, ho dovuto attendere il mattino dopo per comprare quelli mancanti, gli amaretti soprattutto.
Poi, finalmente, mi sono messa all’opera.
Ingredienti per 4 persone (o giù di lì)
Sette pesche mature a polpa gialla
Una manciata di mandorle
Cinque o sei amaretti (se piccoli, anche qualcuno in più)
Un tuorlo
Tre cucchiaini di cacao amaro
Un cucchiaio di zucchero di canna
Un cucchiaio di burro (anche l’olio di cocco va bene)
La preparazione è molto facile e veloce. Occorre dividere in due parti le pesche con la buccia (sei, una la sbucceremo e la triteremo per il ripieno), togliendo il nocciolo. Con un cucchiaino allargheremo la cavità mettendo la polpa che ricaviamo, spezzettata in una ciotola. Tritiamo le mandorle in un pestello, aggiungiamole alla ciotola con gli altri ingredienti e mescoliamo bene, usando anche un mini pimer all’occorrenza.
Accendiamo il forno ventilato a 160° (180 se non ventilato). Disponiamo le pesche con la cavità rivolta verso l’alto su una teglia coperta di carta da forno, ben vicine l’una all’altra. Disponiamo l’impasto nelle cavità, formando una piccola cupola.
Infornare e cuocere per 50 minuti (5 o 10 in più per il non ventilato).
Ora, la ricetta dice di servirle ancora calde. Ma, avendo sperimentato entrambe le versioni, consiglierei quella fredda, che esalta molto di più i diversi sapori che si uniscono in questo dessert, semplice ma non banale.
Quando le metterete nel piatto non dimenticate di recuperare con un cucchiaio il sughetto di cottura, che potrà essere reso ancor più profumato, nel caso per voi la pesca non lo fosse abbastanza, con una passata di rum (che cuocendo lascerà evaporare l’alcol, mantenendo però l’aroma).
Buon dolce a tutti!!!
Sembrano molto invitanti!
Lo dirai di persona