Inutile che fate quelle facce lì. Il tofu fritto può essere anche buono, ovvia. Certo, c’è tofu e tofu e la differenza si sente se compri quello artigianale fresco o quello in scatola della coop. In ogni caso il modo di cucinarlo aiuta a renderlo più appetibile. E dal momento che, come diceva nonna Armida, fritta è buona anche una scarpa, ecco qua la ricetta giusta.
Facciamo come se avessimo a disposizione il tofu fresco. Apriamo la confezione e lasciamo spurgare l’acqua di troppo su un tagliere inclinato per almeno un’ora.
Tagliare il tofu a fette di circa mezzo centimetro di spessore o poco piu. Passarle una ad una nell’amido di mais.
Riscaldare dell’olio di girasole in una padella e cuocere le fette di tofu facendole dorare da una parte e dall’altra.
Preparare la guarnizione grattugiando del daikon (radice bianca un po’ piccante, rafano bianco) e un po’ di zenzero (fresco ovviamente). Disporre il tofu in un vassoio con un cucchiaino di daikon e un pizzico di zenzero su ciascuna fetta. Irrorare con un po’ di salsa di soia shoyu.
Quelli nella foto in realtà sono un po’ diversi a partire dal tofu che è quello un po’ legnoso della coop. Fritto però diventa buono anche questo. Dal momento che non avevo in casa né daikon né zenzero ho aggiunto delle fettine sottilissime di buccia di limone. Non avendo nemmeno la salsa di soia ho risolto sciogliendo un po’ di miso in acqua calda.
A me piace tantissimo.
Poi ognuno è libero… anzi, no. De gustibus eccetera eccetera