Per fare questa frittatina multistrato c’è bisogno di una speciale padella rettangolare. Pare la si possa fare anche con le nostre tonde ma l’operazione di ripiegamento e stratificazione delle crepes che andranno a comporre la frittata è sicuramente più difficile. Già il procedimento manuale non sembra essere dei più semplici.
Consideriamo un uovo a testa.
Sbattere le uova.
Allungare con acqua (meglio quella in cui ha riposato per la notte un pezzo di alga kombu).
Aggiungere sale e shoyu (salsa di soya).
Ungere la teglia rettangolare con olio di girasole.
Togliere l’olio eccedente con uno scottex che poserete poi su un piattino.
Quindi versare poco composto e cuocere come una crepe. Poi piegare in due, tenendola sempre nella padellina. Ungere la teglia con lo scottex unto, versare altro composto e stendere sia sulla parte vuota che su quella occupata dalla crepe ripiegata, alzando delicatamente quella già cotta e facendolo scivolare al di sotto.
Ripetere più volte questo procedimento, impilando le frittatine ripiegate l’una sull’altra, fino a terminare il composto e ad avere una frittata di una decina circa di strati.
Togliere il panetto dal fuoco e farlo raffreddare.
Tagliare a cubetti e servire con riso e verdure.
Anche questa è una ricetta che ho visto realizzare da Naomi al negozio di alimenti biologici Terraviva di Poggibonsi che ogni giorno propone a pranzo cibi della tradizione giapponese casalinga.