Zuccotto con i diòsperi (o kaki, o cachi)

Qui bisogna sbrigarsi, prima che questi benedetti diòsperi maturino tutti insieme e vadano irrimediabilmente a male.

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La fine è già cominciata. Purtroppo è il loro limite. Li devi cogliere tutti insieme, e poi dovresti consumarli a tempo di record che a marcire ci mettono un attimo. E pensare che c’è anche chi li mette vicini alle mele per farli maturare prima.
Comunque, tanto per chiarire, io li chiamo cachi (italianizzazione del giapponese kaki), ma ultimamente mi sono appassionata al termine fiorentino diòspero, poco conosciuto lontano dall’Arno.

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Per fare lo zuccotto servono:
tre o quattro cachi maturi
200-300 ml di panna da montare (a piacere si può aggiungere anche un po’ di yoghurt bianco, greco, o un po’ di ricotta)
un pacco di savoiardi
un quadrettone di cioccolato al latte
un cucchiaino di zucchero di canna
un bicchiere di latte di riso

Per dare la forma allo zuccotto uso una delle ciotole medie di acciaio dell’Ikea, che hanno la dimensione perfetta.

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Montare la panna a neve, dolcificare appena con un cucchiaino di zucchero di canna (frutti e savoiardi sono già molto dolci). Per chi vuole rendere la crema più solida può miscelarla con ricotta o yogurt, incorporando la panna molto delicatamente al secondo ingrediente.
Bagnare appena appena, sul lato esterno, con il latte di riso, i savoiardi con i quali fodereremo la ciotola di acciaio. Ricoprire con un bello strato di crema. Aggiungere i bocconcini di cachi sbucciati. Coprire con altra crema, aggiungere la cioccolata al latte sbriciolata. “Chiudere” con un ultimo strato di savoiardi bagnati, pareggiando il nostro dolce.
Coprire tutto con il cellophane e lasciare riposare in freezer per due ore.
Toglierlo un po’ prima di portare in tavola.
Liberarlo dal cellophane e capovolgere la zuppierina su un piatto.
Tenendo le mani sul metallo si agevola, riscaldandolo un po’, il distacco dello zuccotto.
Una volta sformato lo possiamo spolverare, a piacere, con un po’ di zucchero a velo o con cacao in polvere.

Buon appetito!

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L’ultima pasta al pesto di questa estate

L’immagine non svanisce, nonostante il passare degli anni. La signora bionda che appoggia la zuppiera piena di pasta fumante sul tavolo e, orgogliosa, dice: “Questa è la morte del pesto”. Eravamo in campeggio, io ero piccola e la signora era di Genova. Da allora quella per me è stata La Morte del Pesto, cioè ero convinta che cuocere le patate insieme alla pasta e poi condire tutto con il pesto si chiamasse proprio cosi. Fu babbo, diverso tempo dopo a svelarmi l’arcano. “Guarda che è solo un modo di dire”. Peccato. Anche perché io dovevo averla rivenduta già a un bel po’ di amici.

In ogni caso, sia come non sia, io quella ricetta non me la sono scordata e non vedo che cosa ci sarebbe di male se volessi chiamarla proprio in quel modo.

Quest’estate mamma mi ha regalato una pianta di basilico che è cresciuta bene e tanto. Così ho ripreso a fare il pesto, che era da un po’ che non lo facevo. Io lo faccio sempre sul momento, mai conservato. Tritato a mano senza mixer. Basilico, aglio, pinoli, parmigiano, olio extra vergine, sale e pepe. E poi cuocio le patate con la pasta. La pasta, i puristi mi perdonino, è senza glutine. Mi accontento di quella che trovo, né bavette né fettuccine.

La ricetta serve dirla? La abbozzo, semmai, tanto faccio tutto a occhio, come quantità. 

Ingredienti 

Basilico fresco, una bella manciata

Pinoli, una manciatina 

Parmigiano Reggiano, un tocchetto 

Aglio, uno o due spicchietti piccini piccini 

Olio extra vergine di oliva, quanto basta

Sale e pepe, idem

Due o tre patate piccole



Portare l’acqua a ebollizione, salare. Versare nella pentola le patate sbucciate e tagliate a tocchettini. Far cuocere per tre minuti. Quindi aggiungere la pasta e continuare la cottura per il tempo richiesto (8-10 minuti). 

Nel frattempo su un tagliere di legno spezzettare il basilico con un coltello o una mezzaluna, aggiungendo pian piano aglio e pinoli. Il parmigiano? A volte lo trito insieme al resto, a volte lo grattugio. Dipende.

Mettere il composto in una zuppiera, la stessa dove verseremo pasta e patate, aggiungere olio sale e pepe. Mescolare il tutto molto bene per permettere alla pasta di impregnarsi di condimento.

Quindi godere del fantastico profumo e assaporare.  

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Nuvole di uova 

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Buone e originali queste nuvolette di uova. Un piatto semplice che, oltre a far fare una bella figura con poco alla cuoca, mette anche allegria.

Ingredienti

Un uovo a persona

Sale


Verdure per la guarnizione e l’accompagnamento

Separare le chiare dai tuorli facendo scivolare ogni giallo in una tazzina singola. Risulterà più facile, dopo, maneggiare il tuorlo per sistemarlo al centro della chiara montata.

Montate a neve le chiare e salarle. Riscaldare il forno a 180°.

Su un foglio di carta da forno stendere la chiara formando delle frittatine bianche, tante quante sono le uova usate, facendo un avvallamento nel centro con un cucchiaio.

Far cuocere due-tre minuti.

Far scivolare al centro dell’avvallamento i tuorli, uno per uno e cuocere altri quattro minuti.

Per la guarnizione

Far saltare in un wok in poco olio delle verdure a julienne (zucchine, carote, peperoni).

Saranno un ottimo accompagnamento, saporito e colorato, per le nuvole di uova.

Una volta cotte, il giallo dovrà rimanere un po’ morbido, scalzarle con una spatola da cucina e sistemarle nei piatti di portata con le verdure.

Buon appetito

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Zuccotto panna e fragole

Ecco qua un bel dolce estivo da preparare con la frutta di stagione. Se non ci sono le fragole andranno benissimo le pesche, le pere, ciliege, mango, ananas e altro.
Il dolce è molto facile da realizzare e con poco fa veramente una bellissima figura. Oltre ad essere buono e leggero.

Ingredienti
150 grammi di biscotti savoiardi
Un bicchiere di latte di riso
500 ml di panna da montare
50 grammi di zucchero di canna
500 grammi di yogurt bianco cremoso (o, se preferiamo un’alternativa meno light, di mascarpone)
Vaniglia naturale in polvere
Il succo e la buccia di un limone biologico

Foderare con pellicola trasparente da cucina uno stampo a cupola del diametro di 18 centimetri. (Le insalatiere di acciaio dell’Ikea sono perfette. Ho riempito anche alcune coppette piccole monoporzione per utilizzare anche gli avanzi).

In un pentolino riscaldare il latte con la buccia di limone.
A parte mescolare lo yogurt (o il mascarpone) con lo zucchero.
Montare la panna. Aggiungere lo yogurt (o il mascarpone) e la vaniglia amalgamando delicatamente.
Far raffreddare il latte, quindi inzuppare i biscotti (solo sul lato esteriore) disponendoli a raggiera sulla superficia dello stampo. Utilizzare biscotti a metà o pezzi più piccoli per riempire gli spazi vuoti.

Pulire e spezzettare la frutta, ricoprendola con il succo del limone.

Mettere sul fondo uno strato di crema, comporre uno strato di frutta e uno di biscotti asciutti (saranno la frutta e la crema a inumidirli). Ripetere l’operazione completando con uno strato di biscotti.
Coprire con pellicola e mettere in freezer a riposare per circa due ore.

Togliere dal frigo con anticipo (specialmente se dovesse rimanere più di due ore in freezer) e capovolgerlo su un piatto. Grazie alla pellicola trasparemte il dolce si staccherà in modo perfetto dal recipiente.
Decorare a piacere con alcuni pezzi di frutta e servire.

E buon appettito!!!

Peccato per le foto, anche stavolta. Soprattutto perché ho fotografato solo lo zuccottino baby mentre quello grande… ce lo siamo pappato prima del click.

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Atsuyaky Tamago: frittata multistrato

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Per fare questa frittatina multistrato c’è bisogno di una speciale padella rettangolare. Pare la si possa fare anche con le nostre tonde ma l’operazione di ripiegamento e stratificazione delle crepes che andranno a comporre la frittata è sicuramente più difficile. Già il procedimento manuale non sembra essere dei più semplici.

Consideriamo un uovo a testa.

Sbattere le uova.

Allungare con acqua (meglio quella in cui ha riposato per la notte un pezzo di alga kombu).

Aggiungere sale e shoyu (salsa di soya).

Ungere la teglia rettangolare con olio di girasole.

Togliere l’olio eccedente con uno scottex che poserete poi su un piattino.

Quindi versare poco composto e cuocere come una crepe. Poi piegare in due, tenendola sempre nella padellina. Ungere la teglia con lo scottex unto, versare altro composto e stendere sia sulla parte vuota che su quella occupata dalla crepe ripiegata, alzando delicatamente quella già cotta e facendolo scivolare al di sotto.

Ripetere più volte questo procedimento, impilando le frittatine ripiegate l’una sull’altra, fino a terminare il composto e ad avere una frittata di una decina circa di strati.

Togliere il panetto dal fuoco e farlo raffreddare.

Tagliare a cubetti e servire con riso e verdure.

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Anche questa è una ricetta che ho visto realizzare da Naomi al negozio di alimenti biologici Terraviva di Poggibonsi che ogni giorno propone a pranzo cibi della tradizione giapponese casalinga.

 

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Gomae: verdure al sesamo

Le verdure al sesamo sono un piatto molto semplice, ma allo stesso tempo saporito, della cucina giapponese. Anche per questa ricetta sono stata ispirata da Naomi e Dado del negozio di alimenti biologici Terraviva di Poggibonsi.
Si possono usare, a scelta ma non insieme, bietole, spinaci, broccoli, batata (non è un errore, si chiama proprio così), ma anche zucchini, per quanto pare che questo ortaggio sia poco comune nella cucina giapponese.

In ogni caso, quando avremo scelto la nostra verdura preferita dopo averla lavata la bolliremo in acqua salata (poco, le cotture della cucina giapponese sono brevi) e la scoleremo.

A parte tosteremo i semi di sesamo in una padellina asciutta e lo macineremo poi con un pestello fino ad ottenere una crema densa.

Comporremo quindi delle piccole architetture vegetali alla maniera giapponese (sì insomma, magari), le condiremo con della salsa di soya shoyu e le ricopriremo con il sesamo.

Questo piatto è ottimo servito freddo di frigorifero.

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Nel vassoio un pranzo completo giapponese con Gomae, Atsuyaky Tamago (frittatine giap), zuppa di miso e Hiziki Gohan (riso con alghe)

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Hiziki Gohan: riso con le alghe

Riso con alghe

Propongo un piccolo ritorno nel fantastico mondo della cucina giapponese casalinga. Semplice, genuina, saporita e sana. Dopo le ricette pubblicate qualche post fa (Zuppa di miso, Tofu fritto e Onigiri), oggi proverei a fare il riso con le alghe, Hizichi (alghe dalla forma come spaghetti alla chitarra) Gohan (riso o pasta in giapponese).

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Questo viaggio è stato reso possibile grazie alla gentilizza e alla bravura di Naomi e Dado del negozio biologico Terraviva di Poggibonsi, dove ogni tanto andiamo a pranzo e che ogni tanto ci fanno generosamente partecipi dei piccoli segreti di questa meravigliosa cucina.

Ingredienti

Riso baldo

Alga hiziki e kombu

Carote

Funghi shiitake

Sake (per sfumare)

Zucchero, sale, shoyu

Cuocere il riso alla giapponese, come descritto per gli Onigiri. (Lavarlo per tre o quattro volte in acqua corrente, lasciarlo a mollo in acqua per una mezz’oretta, cuocere per dieci minuti dall’ebollizione senza girare né scoperchiare. La proporzione è di una tazza di acqua per ogni tazza di riso più mezza finale. Dopo la cottura muovere il riso con un mestolo di legno staccando la lieve crosticina che si sarà creata sul fondo. Il riso apparirà molto denso e legato. Coprire).

Preparare il condimento.

Mettere le alghe in ammollo per una decina di minuti così come gli shiitake se disidratati.

Lavare e tagliare a julienne le carote.

Fare lo stesso con i funghi.

Strizzare e tagliare a pezzi di 4-5 centimetri le alghe hiziki, a listarelle fini la kombu.

Far saltare in poco olio di semi di girasole verdure e funghi per una decina di minuti, aggiungendo le alghe a metà cottura. Sfumare con del sake. Allungare con acqua delle alghe all’occorrenza finchè le verdure non avranno assunto una consistenza croccante.

Condire con zucchero e sale nella stessa quantità e salsa di soya di tipo shoyu.

Le verdure dovranno risultare saporite perché il riso, come si è visto, non è stato nemmeno salato.

Unire il composto al riso versandolo direttamente nella pentola di cottura e “tagliandolo” con il cucchiaio di legno per amalgamare gli ingredienti senza spappolarli.

Lasciare coperto per far insaporire bene.

Quindi servire. I giapponesi utilizzano delle ciotoline destinate esclusivamente al riso che mangiano con le bacchette.

Voi fate come vi viene meglio.

L’importante è che vi piaccia.

Buon appetito!

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Questi piatti rappresentano un pranzo classico giapponese completo.

Partendo dal riso con le alghe (Hiziki Gohan), in senso orario troviamo il piattino di Gomae (verdure con sesamo), l’Atsuyaky Tamago (frittatina multistrato) e l’immancabile zuppa di miso. Nei prossimi giorni completeremo il vassoio con le due ricette mancanti.

A presto!

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Rotolo di frittata agli zucchini

Scusate per le foto. Lo so, dovrei frequentare uno di quei corsi per imparare a far bella mostra di ciò che si vuole. Il problema è che per ora poco mi importa. Magari col tempo. E questo blog rimane alla fine quello per cui è iniziato, un quaderno virtuale dove raccogliere i miei esperimenti culinari. Genuini e semplici anche nell’immagine.

Detto ciò passo a una ricetta un po’ diversa dal solito, con uova e zucchine. E non solo.

Ingredienti

4 uova

2 zucchine

Parmigiano o pecorino grattugiato

Formaggio cremoso (stracchino o Philadelphia)

Volendo, del prosciutto cotto a fette

Sale e pepe

Grattugiare le zucchine e aggiungerle insieme a due o tre cucchiai di formaggio grattugiato alle uova sbattute, salare e pepare.

Coprire una teglia rettangolare con un foglio di carta da forno. Stendere l’impasto rendendolo alto omogeneo.

Cuocere in forno a 180° per 20 minuti.

Quindi spalmare il formaggio cremoso sulla frittata, stendere le eventuali fette di prosciutto cotto e arrotolare, formando una sorta di salame coperto con la stessa carta da forno della cottura, chiusa a caramella.

Lasciar riposare in frigo per due ore.

Quindi togliere, scartare e tagliare a fette.

Io l’ho servita con un po’ di chutney al pomodoro.

Avrete fatto caso che non c’è un solo goccio d’olio…

Buon appetito

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Friggitelli tutti interi

Qui se non mi sbrigo mi sa che finisce la stagione. Dei friggitelli, intendo.

In effetti è già da un po’ che mamma non torna a casa con le buste piene di questi piccoli peperoni dolci che le vengono regalati o venduti a prezzo stracciato al mercato.

Anche se questi ortaggi non mi fanno impazzire, perché il sapore del peperone in fondo non ci si sente per niente, ho preso l’abitudine di cucinarli così, tutti interi.

E facile e veloce. E poi si mangiano in un sol boccone tenendoli uno a uno per il picciolo.

Bastano una discreta quantità di friggitelli, un po’ di olio extra vergine di oliva, aglio, sale.

Lavare esternamente i peperoni. Riscaldare l’olio in una bella padella o in un bel tegame (la bellezza in questo caso è sinonimo di discreta grandezza), fare imbiondire due spicchi di aglio e mettere i friggitelli tutti interi. Farli rosolare un po’ poi aggiungere un bicchiere d’acqua e far cuocere, coperti, a fuoco basso, una ventina di minuti.

Saranno pronti quando si saranno sgonfiati e avranno assunto un aspetto un po’ molliccio pur restando integri.

A questo punto non resta che metterli in tavola!

Buon appetito

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Zuppa di miso

Una bella ciotola di zuppa di miso calda, dai benefici apprezzati anche dagli occidentali, non dovrebbe mai mancare in un pasto alla giapponese. Prepararla non è difficile ma occorre seguire alcune indicazioni.
La sera prima, per esempio, lasceremo a rinvenire in un po’ d’acqua un pezzo di alga kombu e un fungo shiitake. La stessa acqua, insieme ad altra che aggiungeremo fresca, verrà poi utilizzata per cuocere la zuppa. I giapponesi la chiamano dashi e la usano come facciamo noi con il brodo vegetale.
Versare l’acqua in un pentola, aggiungere kombu e shiitake a pezzetti. Pulire e tagliare l’altra verdura (qualche patata e carota, un pezzo di daikon, un po’ di bietola) e aggiungerla. L’alga wakame, ottima per l’organismo femminile, va tenuta un po’ a mollo, poi la si spezzetta e si aggiunge al resto.
Portare a ebollizione quindi far cuocere a fiamma bassa per un quarto d’ora. Una volta che la zuppa è cotta si aggiunge il miso, facendone sciogliere nell’acqua calda un cucchiaino per persona. Il miso non va cotto, si mette solo nella zuppa che verrà mangiata subito. A quella che avanza verrà aggiunto in seguito al momento di portarla in tavola.

Ingredienti come le alghe (kombu e wakame), il miso di riso, i funghi shiitake (freschi o essiccati), il daikon, si trovano facilmente nei negozi di alimenti naturali e biologici.

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