Curry veloce alle verdure

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questo potrebbe sembrare un banale piatto di carote e piselli
in realtà è un curry di verdure
nella cucina indiana infatti oltre alla combinazione ben miscelata di spezie con curry si intende anche un piatto condito con diverse spezie
questa ricetta è velocissima da farsi e molto gustosa

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Ingredienti:
1 tazza di carote crude (2 carote medie)
1 tazza di piselli freschi
2 cucchiai di olio di oliva o girasole
1/8 di cucchiaino di assafetida
1/2 cucchiaino di semi di senape nera
1 cucchiaino colmo di semi di cumino interi
1/2 cucchiaino di sale marino
1 cucchiaino di polvere di curry
1 cucchiaino di coriandolo in polvere
1/4 di tazza d’acqua
2 cucchiaini di malto di riso (1/2 per kapha)

a piacere
250 o 500 grammi di tofu (non per kapha)
1/4 di peperone verde piccante tritato (non per pitta)
1/4 di tazza di yogurt naturale (meno per pitta e kapha)

Scaldare l’olio in una padella con fondo spesso, aggiungere i semi di senape e di cumino. Quando la senape scoppietta aggiungere curry, sale, tofu (facoltativo) e verdure.
Cuocere senza coperchio per 5 minuti a calore medio, mescolando ogni tanto
Aggiungere acqua e coprire
cuocere per altri 5 minuti, o finché le verdure non sono diventate tenere, a calore basso
aggiungere gli altri ingredienti, mescolare bene e servire

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a parte bollire del riso basmati
sarà un ottimo accompagnamento per questo piatto
kapha può guarnire con peperone verde piccante e zenzero secco
🙂

buon appetito

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frullato di datteri

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ecco qua una merenda energetica fresca corroborante e soprattutto buona da morire

rimango sempre più stupita da queste ricette della cucina ayurvedica che utilizzano degli ingredienti che mai io avrei pensato di abbinare realizzando cibi e bevande gustosissimi

Ingredienti
6 datteri snocciolati
1 tazza e mezzo di latte di vacca, capra o soya
1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
1/2 tazza di cocco grattugiato non dolcificato

frullare tutti gli ingredienti e servire subito altrimenti il cocco decanta

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io l’ho fatto con il latte di capra, l’unico che tollero oltre a quelli vegetali, ed è venuta una sorta di gelato cremoso
una delizia inimmaginabile
in soli 5 minuti

la ricetta diminuisce Vata e Pitta mentre aumenta Kapha
Vata può aggiungere un po’ di cardamomo o chiodi di garofano per ottenere ulteriore digeribilità

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AVVERTENZA: usare con moderazione, il prodotto può generare dipendenza

🙂

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sciroppo di fiori di sambuco

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affrettatevi a cogliere i fiori di sambuco
questo è il momento adatto
cercate una via di campagna, lontana dal traffico e altre fonti di inquinamento (per quel che si può) e cogliete i fiori bianchi a ombrello pieni di polline
e state attenti a staccarli delicatamente per non disperderlo

sambuco

in genere i fiori più belli del sambuco sono in alto, quasi irraggiungibili, ma ogni tanto accade il miracolo e si trovano ad altezze accessibili e senza troppi rovi ed erba alta intorno
attenzione: per essere sicuri che si tratti di sambuco i fiori devono scendere dall’alto. notate, prima di coglierli, i fusti caratteristici dell’arbusto, legnosi ma fini e fragili
il problema si porrà fra un po’ con i frutti, più che con i fiori, ma non cogliete assolutamente quello che pare sambuco e spunta dalla terra come un fiore, poiché si tratta di una pianta velenosa

è un semplice accorgimento, basta fare un po’ di attenzione, poi scambiare il sambuco per altro è veramente difficile

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detto tutto questo passiamo alla preparazione dello sciroppo di fiori di sambuco, una antica ricetta molto facile da realizzare (avendo la materia prima, ovviamente)
ho assaggiato l’acqua fresca e profumata che si ottiene miscelando un cucchiaio o più di questo sciroppo da un’amica un anno fa e da allora ho aspettato il momento giusto per poterla fare anche io
fra l’altro è semplice ed economica

Ingredienti
10 fiori di sambuco
1 litro di acqua
1 kg di zucchero di canna
1 limone
1 bicchiere di aceto di mele

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mettere i fiori in un po’ d’acqua se non si usano subito
bollire l’acqua e farla raffreddare
in una ciotola capiente (a seconda del quantitativo di fiori e degli altri ingredienti che useremo) mettere il sambuco, lo zucchero, l’acqua, il limone tagliato a quarti per lungo e l’aceto di mele
mescolare e tenere in luogo chiuso (nel forno spento, in un mobile) per tre giorni mescolando ogni tanto

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schiacciare i limoni prima di filtrare
far cuocere qualche minuto il liquido ottenuto
imbottigliare

aggiungere qualche cucchiaio a piacere all’acqua fresca
d’estate è un ottimo dissetante e rinfrescante

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io l’ho messo in barattoli da marmellata che ho sterilizzato
conservare in frigorifero dopo l’apertura

per chi ne vuole sapere di più:
http://www.benessere360.com/sambuco.html

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ceci arrostiti al curry

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certo che i ceci riservano proprio continue sorprese
oltre ad essere il legume più buono in assoluto (per me) lo si può cuocere veramente in mille modi

di questo, per esempio, non avevo mai sentito parlare

si prendono i ceci già bolliti e si fanno arrostire in forno con un po’ di spezie, finché non diventano croccanti fuori e morbidi dentro

stupendi veramente

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Ingredienti
2 tazze di ceci cotti
1 cucchiaino e mezzo di coriandolo in polvere
1 cucchiaino di curry in polvere, tipo dolce
1 cucchiaino di sale
1/2 cucchiaino di curcuma

(+Vata, -Pitta, -Kapha)

Scaldare il forno a 180 gradi. mescolare insieme tutti gli ingredienti e distribuirli su uno stampo da forno per biscotti imburrato (meglio se con del ghee).
Cuocerli lentamente per 30 minuti o fino a quando hanno raggiunto la consistenza ideale, croccanti fuori e teneri all’interno

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amaranto caldo

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un’ottima colazione per iniziare una giornata fredda all’insegna dell’energia
al primo impatto può apparire un piatto non molto saporito, ma non è così

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Ingredienti:
1 tazza di amaranto secco
2 tazze e mezzo d’acqua
1/8-1/4 di tazza di uvetta

per guarnire noce di cocco grattugiata

portare l’acqua a ebollizione in una pentola piccola con il fondo spesso
unire, mescolando, amaranto ed uvetta
ridurre il calore e coprire
far cuocere fino a quando il cereale è diventato morbido e spesso, circa 25 minuti, mescolando occasionalmente
servire

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l’amaranto, dolce e ricco di proteine, scalda e dona energia
si conserva bene in frigo e può essere riscaldato il giorno dopo

indicato in primavera, autunno e inverno
– Vata, leggermente + Pitta, – Kapha
la noce di cocco come guarnizione equilibra Kapha e produce un effetto neutro per Pitta

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radici amare di Soncino

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“Mangio radici perché le radici sono importanti”.
(“La Grande Bellezza”, Paolo Sorrentino)

Ho scoperto queste radici amare per caso gironzolando per il reparto verdure di un grande supermercato
probabilmente avevo già notato la confezione altre volte, una scatola lunga di polistirolo coperta di cellophane, ma non mi aveva mai incuriosito più di tanto
stavolta, chissà perché, non solo mi ci è caduto l’occhio ma mi è venuta anche la voglia di metterle nel carrello
una volta a casa il problema è stato capire come cucinarle
in internet si trova il sito del Comune di Soncino che pare essere famoso proprio per la sua produzione di radici amare dop che si usano come contorno a stufati e brasati di carne, o da sole
come le ho utilizzate io
questa è l’unica ricetta che ho trovato e sperimentato

Ingredienti
Radici amare di Soncino
acqua
aceto di mele o di umeboshi
sale
pepe
olio evo
limone

Raschiare e tagliare a pezzetti o rotelline le radici. Ad acqua bollente, aggiungere un po’ di aceto di mele e sale ed immergere le radici. Dopo un quarto d’ora circa, scolare e condire con un po’ di olio, pepe e limone; aggiungere a piacere, prezzemolo ed aglio tritato. Ottimo contorno, o piatto vegetale, di gusto amarognolo, ma gradevole.

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Nell’Ayurveda
Le radici amare sono certamente da includere fra gli alimenti importanti per la disintossicazione.

La loro azione benefica e disintossicante riguarda tre organi:

intestino
fegato
reni
Agisce sull’intestino riducendo gradualmente l’acidità che causa infiammazione. Facilita l’evacuazione senza alcun fastidio e ti renderai conto dell’azione benefica di queste radici amare dall’odore acido delle feci evacuate. Devi aspettarti anche una altrettanto benefica emissione di bio-gas. Le radici amare non producono gas ma fanno uscire quello già presente negli intestini. Se premendo la tua pancia rimbalza come una palla, significa che ci sono aria e gas trattenuti, è sicuramente trarrai beneficio dall’azione liberatoria delle radici amare.
Le proprietà depurative si manifestano sul fegato stimolando l’eliminazione della bile, mentre ha un’azione diuretica oltre che ipoglicemizzante, quindi utile anche nei casi di diabete.

Il risultato di tutte queste azioni depurative è un sangue più pulito e puro e questo non può che apportare beneficio alla nostra salute.

Gli effetti del gusto amaro sulla coscienza, in piccole quantità, sono di aiutare la persona a vedere in modo chiaro.
E’ interessante notare che le erbe amare sono state usate in molte culture durante ricerche di visioni o viaggi spirituali.
L’amaro può stimolare un senso di leggera insoddisfazione che ci incita a vedere le cose come realmente sono.
In grandi quantità il gusto amaro può produrre un gelido senso di disillusione o afflizione. E’ un gusto che può essere difficile da apprezzare all’inizio, ma che equilibra bene gli altri gusti.

(da “la cucina ayurvedica” di Amadea Morningstar e Urmila Desai)

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polpettine di quinoa, farina di ceci e fieno greco

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premesso che ogni cosa si può polpettare, basta che stia insieme e che si possa friggere, queste polpettine sono un’invenzione abbastanza simpatica
intanto il profumo del fieno greco, che sa proprio di primavera nel fienile
poi la leggerezza della quinoa (o del quinoa, boh?!)
quindi la consistenza, e il buon sapore, della farina di ceci che permette di legare gli ingredienti senza utilizzare le uova

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le polpettine sono state inventate proprio per utilizzare un po’ di quinoa che avevo cotto tanto per variare un po’ sui cereali
(poi si scopre che la quinoa in realtà è un’erba come gli spinaci e le barbabietole, ma va bene lo stesso anche perché arrivando dalle Ande, si varia comunque qualcosa, anche se solo la provenienza geografica)
però non avevo tanta voglia di mangiarla così com’era, vista la sua scarsa consistenza
insomma, niente contro la quinoa ma non è come un piatto di riso basmati, che va bene anche da solo, ecco

dunque avevo questa quinoa cotta in frigo (bollita per 25 minuti con un goccio d’olio nell’acqua e fatta riposare 5 minuti nell’acqua calda) e morivo dalla voglia di sperimentare il fieno greco in foglie comprato al nuovo negozio etnico (a Belluno in piazza Piloni)
niente di meglio che farne polpette, legandole con una crema ottenuta con farina di ceci e acqua, altrimenti la quinoa non avrebbe tenuto


Ingredienti (per 10 polpettine)

3 cucchiai di quinoa bollita
3 cucchiai di farina di ceci
due cucchiai di fieno greco essiccato in foglie
sale, pepe
olio
cumino e coriandolo in polvere

in una ciotola ammollare la farina di ceci con poca acqua, quanto basta per ottenere una crema densa che metteremo a riposare in frigo dopo averla condita con sale, pepe, mezzo cucchiaino di cumino in polvere e mezzo di coriandolo
scolare bene la quinoa e quando è bella fredda e asciutta miscelarla alla crema di farina di ceci
aggiungere il fieno greco, mescolare e far riposare un po’ per farlo reidratare

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in questo modo si ottiene una crema, non una pasta
per cui le polpettine si cuoceranno versando delle cucchiaiate in poco olio di oliva bollente

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farle cuocere da una parte prima di girarle altrimenti si rompono
poi, dopo averle rosolate per pochi minuti da una parte e dall’altra, scolarle su un foglio di carta assorbente
servirle tiepide con un contorno di insalatina fresca

sentito che buon profumo di fieno greco?

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albicocche stufate

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un dessert alla frutta semplice ma sostanzioso che può essere accompagnato con un ciuffo di panna montata oppure, dal momento che è molto dolce, con il chutney di anacardi (vedi ricetta) che produce un gradevole contrasto fra il dolce della frutta e il gusto salato e pungente della salsa

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Ingredienti:
1 tazza e 1/2 di albicocche secche senza conservanti
2 tazze d’acqua
1 mela
1 cucchiaino di succo di limone
2 chiodi di garofano

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sbucciare la mela, spezzettarla e metterla a cuocere in un pentolino con un po’ d’acqua, coperto, fino a trasformarla in una crema
aggiungere le albicocche, il limone, i chiodi di garofano tritati con il pestello
cuocere coperto, a fuoco basso, da 15 a 30 minuti fino a che le albicocche non sono diventate tenere
servire freddo o caldo

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In dosi equilibrate il gusto dolce può favorire un sentimento di amore e di benessere, un profondo senso di soddisfazione.
In dosi eccessive può indurre alla compiacenza ed all’inerzia.

(da La cucina ayurvedica di Amadea Morningstar e Urmila Desai)

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chutney agli anacardi

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quelle piccole cose, semplici e veloci che insaporiscono la vita

ecco questo chutney è così
anzi, a dirla tutta non sembra nemmeno un chutney (ovvero una salsa composta di frutta o ortaggi cotti in agrodolce che si accompagna a piatti di riso, carne e verdure)
ma la ricetta che ho trovato in un libro di ricette ayurvediche si chiama proprio così, e chi sono io per cambiarne il nome?

questo chutney agli anacardi è un composto velocissimo da preparare, basta avere gli ingredienti e un mixer, ottimo da usare per insaporire piatti salati ma anche dolci

ottimo nelle insalate, sul pane, sulla composta di frutta, il chutney agli anacardi aumenta Pitta e Kapha ed è indicato in autunno e inverno
(ma si possono anche rompere le regole e prepararlo in primavera e in estate, anche se forse è un po’ troppo riscaldante)

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Ingredienti
1/2 tazza di anacardi
1/2 cucchiaino di sale marino
1/2 cucchiaino di coriandolo in polvere
1 cucchiaino di succo di limone
1/2 cucchiaino di radice fresca di zenzero grattugiata

inserire gli ingredienti nel mixer e miscelare

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Dal momento che c’è lo zenzero fresco cercare di usarlo entro due giorni e conservare in frigo

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agretti ayurvedici

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Una ricetta semplice semplice per condire le verdure cotte, indicata per tutti gli ortaggi a foglia scura

Ingredienti:
un mazzo di ortaggi a foglia verde (io ho usato gli agretti, ma vanno bene anche il tarassaco, le cime di rapa, il cavolo riccio, la senape o il ravizzone)
una tazza d’acqua
un cucchiaino di olio di girasole o oliva o di ghee
1/2 cucchiaino di di semi interi di cumino
un cucchiaino di coriandolo in polvere

(- Vata, – Pitta, – Kapha)

Lavare le verdure e tritarle in pezzettoni, metterle nell’acqua bollente, coprire e abbassare la fiamma facendo sobbollire per 7-15 minuti o finché sono tenere
Scolare (conservando l’acqua per una zuppa o un brodo)

Scaldare l’olio in un pentolino a fuoco basso. aggiungere il cumino
quando comincia a scurirsi aggiungere il coriandolo, mescolando
tostare ma non bruciare
versare il composto sulle verdure scolate e servire subito

un piatto nutriente e facile da digerire, cui le spezie tolgono il gusto amaro, che fa bene al fegato, alla pelle e al colon
con le erbe selvatiche l’effetto curativo è molto più potente rispetto agli ortaggi coltivati

“Leggere, pungenti e ricche sia di vitamine che di sali minerali, le verdure a foglia verde scuro come il ravizzone, la rucola, il cavolo riccio, il tarassaco, la cicoria, le cime di rapa e la senape, sono tutte varietà di ortaggi benefiche per il fegato, per il sistema immunitario e costituiscono un eccellente aiuto per la pelle, gli occhi e le mucose. Costituiscono un tonico primaverile particolarmente efficace. Gli spinaci e le bietole sono un po’ differenti: mentre sono di rapida cottura, sono una fonte concentrata di acido ossalico, un composto che si lega con il calcio impedendone l’assorbimento. Meglio non mangiarli regolarmente”
(da “La cucina ayurvedica” di Amadea Morningstar e Urmila Desai)

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